Una vacanza in sella tra natura e cultura

Scritto il 02/08/2019
da Al Grup

1

VALSESIA

LA VALSESIA È RICCA ED INCONTAMINATA, ANTICO INSEDIAMENTO DEL POPOLO WALSER CHE L’HA SCELTA E CHE SEMBRA ABITARLA ANCORA OGGI. LUNGO ITINERARI ED ANTICHE STRADE PER SECOLI SOLCATI DALLE MIGRAZIONI, OGGI È META TURISTICA APPREZZATA DA CHI COMPRENDE ED È DISPOSTO A SCOPRIRE TERRENI NON SEMPRE SEMPLICI, MA CERTAMENTE SORPRENDENTI. DAL GIRO DEL MONTEROSA IN MTB AL LUNGO ITINERARIO CHE LA ATTRAVERSA, A PIÙ DI 1.500 METRI DI QUOTA.

Arriviamo in Valsesia, ed il paesaggio è sorprendente sin dai primi paesi che incontriamo. Varallo ha un aspetto magico, e la sua storia emerge da una natura di colore verde intenso che la avvolge. In autostrada un cartello ci aveva annunciato che il suo Sacro Monte è definito la Nuova Gerusalemme. Adesso capiamo meglio cosa significa, e vederlo svettare alto sopra la città ci affascina parecchio. Ciò che ci colpisce ancora di più è che avremmo potuto fermarci prima, lasciando l’auto a Borgosesia o a Guardabosone. Già, perché qui ci si arriva in bici, con un itinerario semplice e agevole, che permette davvero di godersi le tappe. Lungo il tragitto Musei degli Antichi Mestieri, delle Attività Agricole, di Storia Naturale, di Archeologia e Paleontologia, Monasteri e chiese. Fino ad arrivare al Sacro Monte, dove l’itinerario termina nella sua parte più spettacolare, sotto una funivia che scopriamo essere la più ripida in Europa.

Dopo aver raccolto qualche informazione per la nostra prossima visita, proseguiamo addentrandoci lungo la strada principale, verso il percorso che ci interessa. Si tratta della ciclabile che parte da Scopello e percorre la Valsesia in quota, attraversando alpeggi e offrendo scorci davvero unici e ampli sul Monte Rosa. E non rimaniamo delusi. Scarichiamo le nostre MTB a pedalata assistita nel piazzale delle seggiovie, che decidiamo di utilizzare come mezzo di trasporto per evitare il primo tratto di salita, particolarmente lungo e su strada asfaltata. I nostri mezzi viaggiano con noi, e si sale! Sbuchiamo da un fitto bosco, subito la vista si apre su un paesaggio dalle pendenze dolci e ricoperte di fiori ed erba verdissima. Iniziamo da qui a pedalare e dopo un primo breve tratto di salita impegnativa, la ciclabile si assesta intorno alla quota che manterrà per gran parte del suo sviluppo. Raggiungiamo in poco tempo Meggiana, un vero e proprio balcone panoramico, e decidiamo di fermarci, perché anche se non abbiamo bisogno di ricaricare la batteria, né la nostra né quella della bici, il posto merita una sosta. Ancora un po’ di strada e incontriamo la parte discendente del percorso, con un primo tratto che richiede una discreta concentrazione e anche in alcuni punti la discesa dalla bici. Da quello che segue rimaniamo semplicemente incantati, prima Sorba, poi Campello e infine Rassa, un paese a prova di favola Disney, dove decidiamo di fermarci. La cultura Walser inizia a farsi viva e capiamo quanto la presenza di questi colonizzatori abbia lasciato al territorio, caratterizzandolo in maniera unica rispetto ad altre località delle Alpi. Il vero viaggio Walser inizia proprio da qui, e prosegue attraverso i paesi di Campertogno, Mollia e infine Alagna. Già, perché il percorso numero 2, quello che abbiamo seguito, termina a Piode, ma noi decidiamo di proseguire lungo il numero 1, quello che da Balmuccia arriva fino ad Alagna a bassa quota. Arrivati a questo punto non potevamo proprio rinunciare, e a dire la verità rientrare a Scopello non era mai stato veramente parte dei nostri piani, anche se i km si sentono nelle gambe e arrivati ad Alagna ne abbiamo percorsi circa 37.

Ci sediamo per una meritata pausa in una soleggiata Alagna, quasi sotto la punta affilata del suo campanile in pietra. Spostandoci di poco possiamo vedere le numerose frazioni che compongono il paese, sono oltre 30! Da qui partono gli itinerari che attraversano il Monte Rosa, a cavallo tra Regioni e anche tra Italia e Svizzera. Proprio così, una mappa ci spiega che biglietto alla mano e bici al seguito, possiamo prendere gli impianti di risalita e visitare in sella le vicine Gressoney e Champoluc. Ma quello che più ci attrae è l’idea di salire fino al famoso Colle del Turlo, il punto di collegamento storico tra Valsesia e Valle Anzasca e tra i centri Walser di Alagna e Macugnaga. Il sentiero fu trasformato in carrareccia dagli Alpini negli anni 30 del 1900, per trasportare agevolmente pezzi di piccola artiglieria da una valle all’altra. È questo il primo tratto di un trekking affascinante e ampiamente conosciuto, il Tour del Monte Rosa. L’idea di percorrerlo in sella alla nostra MTB passando dal Piemonte, alla Svizzera, alla Valle d’Aosta ci stuzzica e ci intriga e raccogliamo quante più informazioni possiamo per pianificarlo.

È ora di rientrare, con la borraccia carica di acqua freschissima e lo zaino pieno di idee. Questa Valsesia ancora un po’ sconosciuta a chi come noi non abbandona le due ruote e i pedali ci ha presi, e questo è forse parte del suo fascino!

 

Info:

www.alpedimera.it

www.visitmonterosa.com